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di Roberto H. Tentori - Presidente di Grant Thornton Consultants
Non accadeva da 19 anni un giudizio positivo sulla sostenibilità del debito pubblico italiano con l'agenzia Fitch che ha alzato di un gradino il rating del Paese portandolo a BBB da BBB- con outlook stabile. Secondo Fitch, il pil italiano crescerà quest'anno del 6,2% e del 4,3% nel 2022, più della media Ue. Motivo principale di questo giudizio internazionale positivo la forte ripresa economica del nostro Paese e il suo effetto sui conti pubblici. Il Ministero dell'economia ha commentato le decisioni di Fitch sull'Italia con parole positive: "Confermano la solidità della linea di politica economica perseguita dal Governo Draghi e l'esigenza di proseguire con vigore sulla strada delle riforme e degli investimenti, secondo il piano concordato con l'Europa". Nelle settimane passate anche il commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni, presentando le previsioni economiche d'autunno si è espresso positivamente sull'Italia affermando che "i mercati del lavoro sono destinati a riprendersi e ad espandersi. Con l'attività economica che dovrebbe continuare a crescere, l'occupazione dovrebbe aumentare al di sopra dei livelli pre-pandemia e il tasso di disoccupazione dovrebbe scendere al 6,5% nel 2023". La crescita sarà "sostenuta dalla domanda interna" scrive la Commissione Ue nelle previsioni economiche d'autunno sull'Italia, rivedendo le stime del debito. Tra le altre buone notizie, l'aumento della propensione degli investimenti esteri in Italia come emerge dai risultati dell'ultimo International Business Report di Grant Thornton sottoposto ogni sei mesi a 10.000 manager di 29 nazioni tra cui l'Italia. Migliorano le aspettative delle imprese italiane nel secondo semestre del 2021 con il 63% che si dichiara ottimista, il miglior dato dal 2017. Queste buone aspettative sono condizionate sia da un clima di fiducia interno sia internazionale grazie all'autorevolezza e impegno fattivo del Governo Draghi nella gestione della pandemia e nella realizzazione del PNRR con un consenso parlamentare ampio. Un altro fattore che sta contribuendo al rilancio della reputazione e fiducia sull'Italia è la buona stampa estera a cominciare dai grandi paesi del Sud America. Qualche giorno fa il quotidiano argentino La Nacion titolava: "Rinascimento economico. L'Italia decolla e riacquista autostima. Oggi è uno dei paesi in più rapida crescita nell'UE; Draghi, il motore". È un momento storico per l'Italia da non perdere anche in termini di nuove relazioni bilaterali. Un esempio europeo è quello con la Francia e il Trattato del Quirinale firmato dai presidenti Draghi e Macron a fine novembre. Sono attesi benefici nella comune visione politica europea e internazionale, su difesa, sicurezza, economia, industria, spazio, transizione ecologica e digitale, cultura, giovani. Tra le nazioni fuori dalla Ue su cui investire di più in termini di relazioni bilaterali ci sono l'Argentina e il Brasile dove vivono complessivamente 63 milioni di persone di origine italiana. La crisi di natalità e la richiesta di personale altamente qualificato potrebbe essere uno stimolo per semplificare le procedure di immigrazione professionale con questi Paesi e per aumentare gli scambi commerciali e investimenti dell'Italia con Argentina e Brasile. Con il crescere dei prezzi delle materie prime e delle varie forme di energia l'Italia avrebbe un vantaggio competitivo rispetto ad altre nazioni europee viste le storie e radici italiane in Sud America. Viceversa l'Argentina e il Brasile potrebbero beneficiare dell'eccellenza nel made in Italy; dalla meccanica alla moda, dal design all'agroalimentare - oltre a una posizione geografica strategicamente rilevante al centro del Mar Mediterraneo. Questo è un momento straordinario di attrattività del nostro Paese per gli investimenti esteri: dobbiamo impegnarci ulteriormente affinché si traduca in effettiva crescita per la nostra economia e imprenditoria, e non in una fuga all'estero di cervelli, competenze e asset. La durata di questa buona reputazione e crescita economica nel lungo periodo molto dipenderà dalla capacità della politica di continuare quanto intrapreso da questo governo.