L'ultimo International Business Report (IBR) condotto da Grant Thornton International Ltd a livello globale ha rilevato che l’ottimismo delle aziende del mid-market nell’ultimo trimestre 2024 è in aumento del +2% rispetto al trimestre precedente.
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Dopo un anno di cambiamenti politici importanti in tutto il mondo, l’ottimismo sulle previsioni economiche a livello globale nei prossimi 12 mesi non sembra aver abbandonato i leader mondiali delle aziende del mid-market (76%, con un +2% rispetto al terzo trimestre 2024). Tuttavia, si registra un lieve aumento dell’incertezza economica (56%, con un incremento di 4 punti percentuali). Questi dati riflettono solo in parte le preoccupazioni sugli impatti che le future politiche statunitensi potrebbero avere sull'economia globale, ma confermano l’effetto delle dinamiche di mercato in continua evoluzione che le imprese hanno affrontato nel corso del 2024, anno ricco di appuntamenti elettorali in oltre 60 Paesi.

I risultati dell’analisi, rilevati dall’ultimo International Business Report (IBR) di Grant Thornton, non sono però uniformi in tutti i Paesi coinvolti nella ricerca. In Italia, per esempio, le imprese di medie dimensioni hanno mostrato un incremento della fiducia ancora maggiore, con una crescita percentuale di aziende ottimiste del +16% (65% vs 49% del terzo trimestre) e un’incertezza che cresce appena del +2% rispetto ai livelli globali.

Guardando specificamente ai parametri legati alla marginalità, il quadro è confermato da un minor numero di dirigenti aziendali che a livello globale si aspetta un aumento della redditività nei prossimi 12 mesi (in calo di 3 punti percentuali, al 64%), con un sorprendente +7% in Italia, al 55%. Un numero minore di aziende del mercato medio prevede anche una crescita dei ricavi (un punto in meno, al 64%), che si confronta con un calo più netto nel Belpaese (-10%). Questo indica che molti dirigenti italiani stanno concentrando i propri sforzi su ottimizzazioni dei costi, efficienza operativa e miglioramento dei margini. Tuttavia, il calo previsto nella crescita dei ricavi è un aspetto che ci invita a riflettere. Questo potrebbe derivare dalla difficoltà di espandere il fatturato in un contesto di incertezze economiche globali o dalla maggiore competitività del mercato.

Sebbene la fiducia vari da regione a regione, con sfide geopolitiche ed economiche maggiormente evidenti in Europa e in Africa, continua a manifestarsi uno sforzo significativo delle aziende verso l’espansione internazionale con un numero record di aziende che prevede di accrescere le esportazioni (55%), registrando un aumento di tre punti percentuali rispetto al terzo trimestre del 2024. Questa tendenza è evidente anche tra le aziende italiane, con il 43% (pari al +9%) che prevede di accrescere i Paesi target di esportazione e il 36% (+1%, in linea con la media globale) che vorrebbe aumentare la collocazione del personale all’estero. Un numero leggermente inferiore di dirigenti aziendali prevede di aumentare i ricavi dai mercati esteri (50%, con decremento di un punto percentuale), a conferma del fatto che gli sforzi sostenuti per espandersi nel panorama internazionale possono richiedere del tempo prima di portare a una effettiva crescita dei ricavi.

Il clima di incertezza che domina lo scenario politico internazionale spiega come mai la percezione dei vincoli alla crescita aziendale sia aumentata in tutti i settori industriali. In particolare, le imprese del mid-market, nonostante abbiano visto miglioramenti nel terzo trimestre del 2024, si trovano ora a dover affrontare un ritorno delle preoccupazioni legate ai costi energetici. Il 55% degli intervistati a livello globale segnala un incremento di questi costi, con un aumento di cinque punti percentuali rispetto al trimestre precedente. In Italia, la situazione è leggermente diversa: il 49% delle imprese manifesta timori in questo ambito, con una flessione di quattro punti rispetto al periodo precedente. Altre sfide emergono in parallelo, come le preoccupazioni circa la disponibilità di manodopera qualificata riferite dal 53% delle aziende, in aumento di sei punti (in Italia al 60%, in aumento di ben 12 punti), e i timori per il costo del lavoro, in aumento di quattro punti al 53% (in Italia al 59%, in aumento di 6 punti).

Sul fronte degli investimenti, l’IT rimane la priorità di investimento per le aziende e l’intelligenza artificiale si conferma il principale campo di interesse tecnologico, con il 64% delle aziende italiane del mid-market orientato a incrementare gli investimenti in AI. I dati relativi agli investimenti in Ricerca e Sviluppo e in forza lavoro dipingono una situazione più complessa per il nostro paese. Mentre a livello globale la R&S e gli investimenti nelle persone sono in crescita, in Italia osserviamo un calo significativo che suggerisce una certa cautela delle imprese italiane di fronte alle incertezze economiche. Questo rallentamento potrebbe limitare le opportunità di innovazione e crescita a lungo termine, un aspetto che deve essere attentamente monitorato per non compromettere la competitività delle nostre aziende sul mercato globale.

Gli investimenti nel brand emergono come nuova priorità strategica, con ben il 61% di dirigenti aziendali che ne prevede un aumento, segnando un incremento di due punti che riflette il maggior riconoscimento dato al valore del marchio. Sulla scia della tendenza globale, anche le imprese italiane sono fiduciose nell’investire nel proprio brand (il 58%, in aumento di cinque punti). Infine, l'attenzione per le iniziative sostenibili guadagna sempre maggiore slancio, con il 60% di leader aziendali che intende aumentare gli investimenti in questo settore (due punti percentuali in più). L’Italia invece arranca, con il 51% delle imprese, sotto di 6 punti percentuali rispetto al precedente trimestre.

In conclusione, l’ultima edizione dell’International Business Report di Grant Thornton rivela un panorama economico globale complesso, denso di sfide, ma con un ottimismo del mid-market sorprendentemente resiliente. Le aziende del mid-market a livello globale guardano con attenzione alle politiche macroeconomiche della nuova amministrazione statunitense, e alle possibili evoluzioni, il che contribuisce a spiegare come mai le loro prospettive ottimistiche siano mitigate da oggettive preoccupazioni per l'incertezza economica.

Il messaggio è chiaro: in uno scenario di incertezza, decisioni quanto più possibile consapevoli e strategiche definiranno il successo. Le aziende dovrebbero concentrarsi sugli asset di crescita fondamentali e tenersi pronte a cambiamenti macroeconomici di più ampia portata.

 

 

    L'analisi dei dati è stata ripresa da MF-Milano Finanza (25.02.2025)