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Abbiamo chiesto a Giovanni Palasciano, Associate Partner di Ria Grant Thornton qualche curiosità sull'ufficio di Bari. |
Come è nato l’ufficio di Bari?
L'Ufficio di Bari è stato aperto nel 1986, quindi quasi quarant'anni fa, ed è nato proprio all'inizio del percorso di revisione in Italia, tanto che all'epoca ci chiamavamo “Ria Società Nazionale di Certificazione” e facevamo parte del parabancario del gruppo Banca Nazionale del Lavoro.
I ricordi che ho sono quasi pionieristici perché all'epoca si parlava appena di certificazione di bilancio e ai primi clienti bisognava spiegare in cosa consistesse la nostra attività. Ricordo che la domanda più frequente era: “ma avendo un bilancio certificato riusciremo ad avere più credito dalle banche e a risparmiare sulle tasse?”. Eravamo quindi ad una vera e propria fase iniziale.
Avendo noi già delle aziende pubbliche come clienti, all'epoca municipalizzate del Comune di Bari, abbiamo contribuito quindi a far conoscere questo nuovo tipo di attività di “consulenza”.
Come si è evoluto negli anni?
Negli anni questo ufficio è cresciuto molto sia in termini di clienti, seguiamo infatti società situate non soltanto nella Regione Puglia, ma anche in Basilicata, Calabria e Sicilia, sia in termini di persone che hanno deciso di venire a lavorare con noi. Il nostro ufficio ha come sua caratteristica, infatti, un bassissimo turnover, tant'è vero che molti dei nostri dipendenti lavorano con noi già da più di 10 anni.
Questo è servito a crescere molto sul territorio a fidelizzare la clientela che ha apprezzato il fatto di avere come interlocutori dei revisori esperti, e ci ha permesso di annoverare tra i nostri clienti società che operano prevalentemente nel settore pubblico e clienti di prestigio come, ad esempio, la Fondazione Petruzzelli e gli Aeroporti della Puglia.
Quali sono le principali difficoltà che avete dovuto affrontare e come le avete superate?
Negli anni, come è normale che sia, abbiamo dovuto affrontare una serie di difficoltà che sono state superate direi in maniera brillante.
Queste sono state legate prima di tutto alla crescita della concorrenza negli anni, tanto che ormai, quasi tutte le società di revisione contabile e di consulenza hanno una sede a Bari.
Nonostante ciò, il fatto però di essere stati i primi ci ha fatto conoscere e apprezzare in tutto il territorio e questo ci è servito per mantenere degli ottimi contatti sia a livello regionale che con i comuni con i quali abbiamo collaborato in questi anni, come il Comune di Bari, di Brindisi e di Taranto, che insieme alle Aziende Sanitarie e al Policlinico hanno sempre speso degli ottimi giudizi sulla nostra professionalità.
Giovanni PalascianoAssociate Partner ufficio di Bari |
Abbiamo avuto il piacere di invitare nei nostri uffici il neosindaco di Bari, Vito Leccese, per fargli alcune domande al fine di cogliere al meglio le prospettive di sviluppo del territorio. |
Quali sono i punti principali del suo programma per quanto riguarda lo sviluppo urbano?
Negli ultimi 10 anni, Bari e la Puglia hanno registrato una significativa attenzione da parte degli osservatori e investitori nazionali e internazionali che ne hanno apprezzato il valore e il dinamismo culturale, turistico e industriale. Il futuro dell’Europa sarà segnato dall’affermazione delle cosiddette “regioni urbane” e la città di Bari dovrà allinearsi a questa sfida, consolidando la sua governance metropolitana, attorno a un’idea di sviluppo knowledge-based di respiro euro-adriatico, a forte impronta ecologica. Come primo Sindaco verde del Sud, il mio programma avrà al centro la transizione ecologica, la conoscenza e la coesione sociale.
Com’è cambiato il ruolo dell’Ente Locale nelle dinamiche di sviluppo?
Da semplici provider di servizi, gli Enti Locali hanno assunto progressivamente una leadership nelle dinamiche di sviluppo locale. Pianificano e conducono il governo urbano coinvolgendo i principali stakeholders socio-economici, esercitano un impatto sulle trasformazioni urbane e immobiliari, agiscono sul mercato attraverso le aziende pubbliche, attraggono investimenti nazionali e internazionali. Negli ultimi cinque anni, grazie alla presenza delle università, delle infrastrutture industriali e una buona qualità della vita, grandi gruppi multinazionali hanno deciso di investire a Bari, trasferendo i propri headquarter e centri di competenze.
Come gli investimenti sulla cultura possono diventare un’opportunità per attrarre capitali italiani ed esteri sul territorio?
Le esperienze di grandi città come Barcellona, Bilbao, Torino, Milano insegnano che l’economia della cultura traina anche gli investimenti. Bari ha riqualificato gran parte del suo centro storico medioevale, ha riaperto i suoi teatri, rilanciato il suo sistema museale, e la Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli è apprezzata nel mondo. Contestualmente si è investito nelle relazioni internazionali in sede OCSE, Unione Europea, Medio Oriente, Cina, ospitando grandi eventi culturali o istituzionali come il G7 finanze e gli incontri ecumenici vaticani di Papa Francesco. Sogno per Bari il riconoscimento del culto nicolaiano come Patrimonio UNESCO.
Vito LecceseSindaco di Bari |