GT Insight

European Sustainability Reporting Standards

Corporate Sustainability Reporting Directive ria gt
GTime ha intervistato Fabio Cerroni, Senior Associate di Grant Thornton Consultants, sulle novità della Corporate Sustainability Reporting Directive.
Contents

 

Fabio, quali sono le novità della CSRD?

Il 16 dicembre 2022 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea la nuova Direttiva 2022/2464, denominata "Corporate Sustainability Reporting Directive" (CSRD), che sostituisce la precedente Direttiva 2014/95/UE sulla rendicontazione non finanziaria (NFRD). L'obiettivo principale della CSRD è stabilire un nuovo quadro normativo che renda obbligatoria e sistematica la rendicontazione della sostenibilità a livello europeo.

Quante imprese verranno coinvolte?

Si stima che il nuovo obbligo coinvolgerà circa 50.000 imprese all'interno dell'Unione Europea. Le prime ad essere interessate saranno le grandi imprese, già obbligate dalla direttiva 2014/95/UE, che dovranno includere la rendicontazione della sostenibilità per il periodo finanziario 2024 nelle relazioni pubblicate nel 2025. Successivamente, sarà il turno alle imprese di medie dimensioni che superano almeno due dei tre criteri dimensionali stabiliti: più di 250 dipendenti a tempo pieno, ricavi superiori a 40 milioni di euro e un attivo di stato patrimoniale superiore a 20 milioni di euro. Le PMI quotate in borsa saranno, invece, obbligate a farlo a partire dal 2026, con la possibilità di un ulteriore periodo di posticipo volontario fino al 2028. Saranno inoltre soggette alla CSRD le società extra-UE che generano un fatturato netto di almeno 150 milioni di euro all'interno dell'Unione Europea.

Quali saranno gli standard di riferimento?

Per l’implementazione della direttiva, l’European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG), su incarico della Commissione Europea, ha sviluppato e presentato alla fine di novembre 2022 la bozza dei dodici standard di rendicontazione denominati "European Sustainability Reporting Standards" (ESRS). L'adozione finale, inizialmente programmata entro la fine di giugno 2023, è ora prevista entro il mese di agosto 2023.

CSRD

La struttura dei nuovi standard comprende:

  • due standard trasversali (Cross-cutting standards) che si applicano a tutti gli ambiti di rendicontazione e includono i principi e i requisiti generali dell'informativa di sostenibilità;
  • dieci standard tematici ESG (Topical standards) che coprono le tre dimensioni Ambientale, Sociale e di Governance e includono cinque standard ambientali (Cambiamenti climatici, Inquinamento, Risorse idriche e marine, Biodiversità ed ecosistemi, Utilizzo delle risorse ed economia circolare), quattro standard sociali (Forza lavoro, Lavoratori nella catena del valore, Comunità influenzate, Consumatori e utenti finali) e uno standard di governance (Condotta aziendale).
  • standard specifici per settore (Sector-specific standards), che saranno pubblicati entro giugno 2024 e includeranno i requisiti ESG specifici per il settore di appartenenza dell'organizzazione, nonché standard rivolti alle piccole e medie imprese (PMI).

Qualche considerazione finale?

Considerando le preoccupazioni espresse dalle imprese europee riguardanti le difficoltà nell'essere conformi alla nuova direttiva, la Commissione ha recentemente rivisto il primo draft dell’EFRAG prevedendo un’implementazione più graduale dei requisiti informativi e dei KPI richiesti alle imprese, che avranno una maggiore discrezionalità nella scelta di cosa rendicontare, e che a tal fine saranno guidate dell’analisi di materialità. Questa gradualità riguarderà anche l'introduzione progressiva di alcuni requisiti ambientali e sociali, soprattutto quelli non strettamente legati alla crisi climatica e quelli non prioritari per l'azienda, specialmente per le piccole e medie imprese (PMI) che si troveranno per la prima volta ad affrontare la rendicontazione di sostenibilità.

CSRD tempistiche

Se le modifiche saranno confermate nella versione finale dell’atto delegato, con il quale saranno formalmente adottati i nuovi standard, tutte le aziende interessate dalla CSRD potranno dunque omettere, per il primo anno di applicazione degli standard, le informazioni relative a inquinamento, acqua, biodiversità e utilizzo delle risorse naturali, nonché alcuni dati sui propri dipendenti in materia di protezione sociale, disabilità, malattie legate al lavoro e work-life balance. Emerge anche la possibilità per le imprese con meno di 750 dipendenti di poter omettere, per il primo anno, i dati sulle emissioni indirette di gas serra Scope 3 (relativi alla catena del valore) e i requisiti riguardanti la propria forza lavoro. Per quanto riguarda le informazioni obbligatorie relative a biodiversità, forza lavoro lungo la catena del valore, comunità, consumatori e utenti finali, invece, l’omissione è concessa per i primi due anni.

La Commissione ha successivamente reso alcune informazioni volontarie. Tra queste vi sono i piani di transizione per la biodiversità, alcuni indicatori relativi ai lavoratori non dipendenti e le motivazioni per cui un'impresa può considerare non rilevante un tema di sostenibilità. Oltre a rendere opzionali queste informazioni, è stata introdotta anche una certa flessibilità per alcune informazioni che sono rimaste obbligatorie. Esempi includono gli effetti finanziari derivanti dai rischi di sostenibilità, il coinvolgimento con gli stakeholder, nonché la metodologia da utilizzare nell'analisi di materialità.

Infine, rispetto al testo originario, si sottolinea positivamente come sia stato conseguito un migliore allineamento con altre disposizioni e direttive dell’Unione nonché ed altri standard di rendicontazione come, in particolare, quelli della Global Reporting Initiative (GRI Standards) e dell’International Sustainability Standards Board (IFRS Sustainability Disclosure Standards).

 

Fabio Cerroni RIA GT ok

Fabio Cerroni
Senior Associate GTC