GT PEOPLE

Share your experience Cristina Gobbi vola in Messico

GT people Cristina Gobbi
Cristina Gobbi, senior manager di Grant Thornton Financial Due Diligence, racconta a GTIME la sua esperienza di 3 mesi all’estero presso la branch messicana di una società leader internazionale nella lavorazione dell’acciaio inossidabile.
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Quando e come è arrivata quest’opportunità? 

Poco più di un anno fa sono entrata in contatto con la realtà italiana di una società leader internazionale nella lavorazione dell’acciaio inossidabile. Inizialmente, il nostro team si è occupato dell’analisi della performance economico finanziaria della Società con individuazione dei principali KPI di riferimento, identificazione dei punti di forza e delle aree potenzialmente suscettibili di miglioramento. Per svolgere queste attività al meglio e lavorare a stretto contatto con il Management e il dipartimento contabile e amministrativo, mi sono trasferita per diverse settimane a Padova tra giugno e dicembre. 

In questo periodo si è creato un bel rapporto di reciproca fiducia e intesa: per noi è stato sicuramente più semplice e piacevole portare a termine un incarico lungo e complesso in un contesto “famigliare” e il Management ha sicuramente tratto degli spunti utili per migliorare i propri processi interni. Il Management è stato soddisfatto del lavoro svolto per il nostro approccio professionale e attento ai dettagli e, quando è emersa la necessità di individuare qualcuno che potesse occuparsi temporaneamente di seguire gli aspetti contabili/amministrativi della controllata messicana, che potesse essere disponibile in tempi brevi e che conoscesse già il business, il Management ha pensato a noi di Grant Thornton. 

Cosa ti ha spinto ad accettare? 

Ho sempre guardato con ammirazione e un pizzico di invidia chi decide di trasferirsi all’estero per un’esperienza di lavoro/ studio. Forse perché (e chi mi conosce può confermarlo) sono una persona che non ama “correre rischi”. Ho pensato che fosse un’occasione da non perdere: avere la possibilità di lavorare all’estero, nella consapevolezza che l’incarico sarebbe stato a termine e che avrei lavorato con persone che già conoscevo e mi apprezzavano professionalmente. 

 

Quali sono le attività che hai svolto?

Principalmente attività di tipo amministrativo e contabile al fine di dare adeguato supporto in loco alla funzione finanza e controllo della holding italiana. Come spesso accade, però, mi sono trovata a gestire situazioni impreviste e svolgere anche compiti non programmati! È stato un bene perché non c’era certamente da annoiarsi! 

Nel concreto, appena arrivata ho dato supporto alla chiusura del bilancio 2023. Questo mi ha permesso di approfondire la conoscenza dei principi IAS/IFRS (principi adottati per il bilancio messicano) e toccare con mano tutte le difficoltà che derivano dalla gestione di operazioni in valuta (quasi tutte le transazioni avvengono in dollari ma la contabilità della società è tenuta in pesos e a partire da questa si arriva a produrre un bilancio in dollari). Il mio contributo è stato anche quello di facilitare gli scambi di informazioni tra Italia / Messico, aiutare ad organizzare il team dell’ufficio amministrativo-contabile e favorire la condivisione di dati cercando di efficientare dei processi interni. 

Ci sono delle differenze tra la nostra cultura/modalità di lavoro e quella messicana? 

Assolutamente sì. Penso che molto sia dettato anche dalla struttura del mercato e dal tipo di economia che sostanzialmente fa affidamento sugli investimenti di multinazionali straniere. Infatti, la totalità delle aziende che ho visto nelle zone circostanti è filiale messicana di aziende estere (italiane, spagnole, tedesche, giapponesi, americane, francesi). 

In generale ho sicuramente percepito un approccio al lavoro più rilassato e meno frenetico rispetto a quello cui sono abituata. 

Dal punto di vista pratico, inizialmente è stato difficile abituarsi agli orari di lavoro: orario di inizio verso le 7/7.30 e orario di uscita verso le 17/17.30. Questo per garantire almeno 3 ore di sovrapposizione con l’orario di lavoro italiano e da sfruttare per le call di allineamento con lo staff della holding. Ho quindi cercato di sfruttare questa situazione anche a mio vantaggio: al pomeriggio avevo infatti un po’ di tempo libero che in parte potevo utilizzare per continuare a supportare da remoto il lavoro dei miei colleghi di Grant Thornton sugli altri progetti di Due-Diligence che avevamo in corso. 

Cosa ti porti a casa da questa esperienza messicana? 

Una crescita personale, forse ancora più che professionale! Sicuramente ho svolto attività e approfondito tematiche che non rientrano strettamente nel mio solito campo di azione, accrescendo le mie conoscenze specialistiche e lavorative, ma soprattutto ho potuto allenare le soft skills, tra cui la capacità di ascolto e l’entrare in sintonia con le persone in tempi relativamente brevi. 

Non posso dire di aver imparato lo spagnolo perché ho tendenzialmente sempre usato l’inglese per gli aspetti più tecnici, ma sono diventata particolarmente abile a trovare modi diversi per farmi capire. Dal punto di vista puramente personale, ho avuto la possibilità di realizzare un desiderio che mi accompagnava dagli studi universitari: fare un’esperienza di lavoro all’estero. Inoltre è stato il mio primo viaggio in America!